Il Presidente di una provincia italiana mi chiamò per un incontro riservato. Mi disse che c’era un progetto particolarmente delicato in cui serviva l’assistenza di un advisor realmente indipendente e fuori dai giochi.

Mi parlò di EREA, un’azienda pubblica che destava grandi preoccupazioni perché alcuni suoi dirigenti chiave, prontamente sostituiti, erano finiti sotto inchiesta per danno erariale.
L’azienda versava in gravi difficoltà finanziarie e i nuovi dirigenti avevano chiesto alla Provincia l’autorizzazione per un ampliamento da un milione di tonnellate della discarica di M..

Negare l’autorizzazione significava condannare l’azienda ad accedere a una procedura concorsuale o a farsi assorbire da un operatore terzo. Accordare l’autorizzazione senza avere ottenuto precise garanzie sul futuro dell’azienda avrebbe rappresentato un azzardo dal punto di vista delle scelte di governo del territorio.
Nella penombra dello studio del Presidente, pensai che questo era un caso perfetto per Mr. Wolf, il personaggio del film Pulp Fiction che risolve i problemi!

Questo problema era stato esposto in modo molto chiaro: si ora trattava di trovare il modo di risolverlo. Non ci misi molto a trovare un percorso valido ed efficace.
Il Presidente ed il Direttore Generale di EREA mi ricevettero prontamente.
Gli spiegai il piano di lavoro: dovevano sottoporre l’azienda ad una Business Due Diligence, come se l’azienda fosse in vendita.

Il lavoro sarebbe stato presentato ufficialmente come propedeutico all’accensione di una nuova linea di credito. Il piano industriale che sarebbe scaturito dal lavoro sarebbe poi stato presentato ai comuni soci e quindi alla Provincia per le discussioni e valutazioni del caso.
La disponibilità fu massima. Esaminai accuratamente tutta l’azienda, incontrando le persone chiave, valutando risorse, mezzi, impianti, concessioni, servizi svolti, attività di raccolta, trasporto e smaltimento.

L’immagine che scaturiva era quella di un’azienda bene impegnata sul territorio che però aveva smesso da tempo di pensare allo sviluppo e alla razionalizzazione dei servizi e che, nel recente passato, aveva disperso molte risorse in iniziative non coerenti con la propria missione.

Poiché l’attività di smaltimento delle frazioni non recuperabili era particolarmente deficitaria, l’iniziativa di proporre un ampliamento dell’esistente discarica appariva molto coerente e da essa dipendeva la possibilità dell’azienda di sopravvivere.
C’era spazio anche per rivedere le tariffe dei servizi, razionalizzandole e allineandole verso la copertura integrale dei costi operativi e degli ammortamenti, remunerando opportunamente il capitale investito.

Restava però il problema di traghettare l’azienda fuori dalla crisi finanziaria, ristrutturando opportunamente il debito e razionalizzando i rapporti con alcuni fornitori chiave che avevano approfittato della situazione gettando le basi per un’eventuale scalata alla società.
Da ultimo bisognava anche considerare che le indagini dell’autorità giudiziaria avevano minato la fiducia dei soci che guardavano ora alla società e ai nuovi amministratori con un certo sospetto.

Insomma, c’erano molti punti sui quali bisognava prendere delle decisioni.
Presentai in un incontro riservato la situazione al Presidente della Provincia che aveva molti quesiti sui punti qualificanti delle attività di EREA.
Parve convinto della possibilità di rimettere in carreggiata la società, laddove non fosse mancato l’appoggio dei sindaci soci, che però apparivano piuttosto divisi sulle diverse opzioni di sviluppo possibili: vendere la società a chi avesse coperto le perdite pregresse, revocare la concessione e porre il personale in carico al nuovo concessionario o accordare fiducia al nuovo management.
Bisognava preparare una presentazione molto puntuale e rigorosa sui punti da smarcare corredandola con alcune precise proposte di soluzione.

Il management venne messo a parte di quanto discusso e accettò di buon grado l’idea di fare propria la proposta.
In una serata invernale si svolse quindi la riunione plenaria dei sindaci soci, convocata dal Presidente della Provincia, perché essi ascoltassero la mia relazione sullo stato della società e sulle sue prospettive.
In quel momento apparve subito chiaro quanto fosse importante che un terzo soggetto indipendente fosse latore di un’analisi delle opzioni possibili e di una proposta di soluzione.

Tutti ascoltarono attentamente e in silenzio.
Sebbene qualcuno fosse rimasto sorpreso dalla chiarezza dell’esposizione e delle proposte risolutive, nessuno voleva prendere la parola.
Lo fece il Presidente della Provincia, per ricordare che le aziende pubbliche sono un presidio territoriale e un patrimonio da tutelare, laddove possibile, e che questa possibilità era data.
Uno dopo l’altro i sindaci presero così la parola per dichiarare il proprio sostegno al nuovo piano industriale della società. Il lavoro preparatorio del Presidente della Provincia era stato determinante.
Oggi EREA, che nel frattempo si è fusa con un’altra realtà territoriale confinante, prosegue la propria attività garantendo ai cittadini tariffe competitive e servizi eccellenti.

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